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Nuovo tsunami in arrivo nel volley: si va verso una profonda modifica del vincolo sportivo, ecco le prime idee

11.07.2020 11:55

 

di Nicola Baldo

 

Il testo, almeno per quelle che sono le anticipazioni diffuse visto che ancora non è diventato di dominio pubblico, recita testualmente “abolizione del vincolo sportivo anche nel settore dilettantistico”. Poche parole ma che, per il mondo del volley, potrebbe avere l'effetto di uno tsunami.

 

Perché parliamo di abolizione (o meglio, riforma) del vincolo che tutti i pallavolisti e le pallavoliste hanno con la propria società sportiva. Un tema sul quale, nel bene e nel male, si è dibattuto milioni di volte. Ora questo vincolo è entrato anche al centro del Testo Unico sullo Sport che il ministro Vincenzo Spadafora ha consegnato nella giornata di ieri e che vorrebbe portare alla votazione in Parlamento entro la fine di agosto. Ma i tempi per una sua approvazione sono fino ad inizio novembre.

 

Questo Testo Unico raccoglie una serie di profonde novità per il mondo sportivo, da ulteriori agevolazioni (economiche e normative) per la ristrutturazione o la costruzione di impianti sportivi all'equiparazione del professionismo maschile e femminile, fino ad un riconoscimento giuridico del ruolo dei collaboratori sportivi. E, almeno per ora, è previsto anche un capitolo che di fatto cancellerebbe o modificherebbe in modo importante il vincolo sportivo anche per le società dilettantistiche. Questo anche per interesse del Ministero delle Pari Opportunità che, dopo alcune segnalazioni, è intervenuto dicendo – in sintesi – che non si può vietare ad una persona di avere un'esperienza lavorativa da un'altra parte (perché di lavoro si parla per quel che concerne la serie A) solo per un vincolo firmato a 14 anni.

 

Un tema che in Fipav si affronta già da tempo, con una apposita commissione che da parecchi mesi lavora su come modificare il vincolo sportivo. Modificarlo ok, ma come? Anche perché se fra qualche settimana o qualche mese questo sarà obbligatorio per legge nel Testo Unico allora lo si deve fare e non ci saranno santi che tengano.

 

LA BOZZA FEDERALE DI RIFORMA DEL VINCOLO

C'è una bozza sul tavolo (ancora ovviamente non pubblica ma che siamo in grado, a grandi linee, di anticiparvi) sulla quale si lavora da tempo, che prevederebbe un forte vincolo societario fino ai 18 anni dell'atleta, con parametri federali di trasferimento ben precisi per i minorenni (esempio, giovane di 14 anni va in prestito o ceduto ad un settore giovanile di società di serie A allora avrà costo X, andrà in serie B allora avrà costo X- mentre se va in una società che milita nei campionati regionali o provinciali X--).

 

Ma poi, una volta diventato maggiorenne, sarebbe il ragazzo o la ragazza in questione a decidere cosa fare e con chi vincolarsi di nuovo. A firmare per sé stesso, così come diventando maggiorenne può firmare tutto nella vita quotidiana, dalle giustificazioni scolastiche in su. Ma questa volta il nuovo vincolo che si firmerebbe a 18 anni avrebbe validità solo al massimo fino ai 24-25 anni, dopo questa età l'atleta praticamente ogni anno potrà decidere dove andare a giocare liberamente. Ma anche fra i 18 ed i 25 anni, di fatto, i parametri federali che saranno applicati per prestiti o cessione del cartellino saranno notevolmente più bassi rispetto a quelli odierni.

 

Il principio a cui questa riforma, pare, farà seguito sarà: “ok tu hai cresciuto tecnicamente una atleta, te lo riconosco con un parametro, ma dalle cifre estremamente più basse rispetto a quelle in giro oggi”. Se non praticamente nulle o quasi per quel che concerne campionati come, ad esempio, regionali e provinciali.

 

E LE SOCIETA COME SI COMPORTERANNO?

Ma questo che tsunami sarebbe per le società?

 

Per gli atleti sarà bellissimo, perché a quel punto sia che un ragazzo sia un talento nazionale sia fosse un giocatore che può al massimo ambire a giocare in Prima divisione, allora di fatto che sa potrà sempre liberarsi con parametri diversi tra loro ma sempre estremamente bassi e, di fatto, decidere sempre dove andare a giocare.

 

Per le società sarà meno bello, soprattutto quelle che anche a 24, 28 o 31 anni chiedono ed incassano ogni anno qualche centinaia (o migliaia) di euro dai prestiti in giro di proprie atlete o atleti. Chiaro che questo comporterà il fatto che per le società la voce “prestiti” nella casellina delle entrate si ridurrà notevolmente rispetto ad oggi. E soprattutto quelle società che puntano a creare giocatrici per mandarle poi in giro in prestito si ritroveranno ad incassare un domani molto meno rispetto ad oggi.

 

Il rischio vero è che molte società potrebbero abbassare o cancellare il proprio impegno nel settore giovanile, se poi si sa che a 18 anni arriva la società che milita anche solo in serie B, magari, che si prende le ragazze o ragazzi su cui si è lavorato per anni in cambio di “quattro noccioline”. Anche alcune società di serie A, ad esempio, se i giovani talenti in tutta Italia costeranno così poco di cartellino perché dovrebbero investire cifre importanti per anni nel proprio giovanile, quando basta un lavoro di “scouting” ed osservazione sul territorio nazionale? E sul proprio territorio anziché spendere 10 si potrà fare un giovanile meno impegnativo, che costi 5, per fare un altro esempio. Integrandolo poi con i ragazzi o le ragazze pescate in giro per l'Italia.

 

Chiaro, ogni società poi deciderà in autonomia, in base alla propria situazione.

 

L'aspetto positivo, sempre a livello ipotetico, però potrebbe essere dato dal fatto che, con queste probabili regole, se comunque fino a 18 anni gli atleti sono legati alla propria società d'origine allora questi giovani saranno più facilmente portati in prima squadra. Per valorizzarli davvero e non solo a parole. Altrimenti a 18 anni il rischio che salutino la propria società per altri lidi dove possano giocare e non vedere invece dalla panchina giocare in campo le 26enni allora sarebbe concreto.

 

Quando questa probabile riforma diventerà realtà? Non prima di un anno abbondante. Questo perché si tratta di una riforma staturaria della Federvolley e per compiere questa modifica serve passare da una assemblea nazionale delle società. Ed una ad hoc per questo tema non sarà convocata, facile sarà un aspetto inserito nell'assemblea in programma fra l'autunno 2021 ed il febbraio 2022 per l'elezione del nuovo presidente federale nazionale.

 

Ripetiamo: queste sono le prime indiscrezioni raccolte su questa riforma che ci sarà sicuramente nel giro di un annetto circa, ma che ancora non è del tutto chiaro come sarà. Il principio sarà quello di facilitare rispetto ad oggi il passaggio degli atleti, la cui volontà diventerà sempre preponderante rispetto a quelle dei club. 

 

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