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Vincolo sportivo: l'abolizione, di fatto, scivola all'estate 2024. A Roma si studiano norme a favore delle società

 

Il Governo, di fatto, rinvia all'estate del 2024 l'attuazione pratica dell'abolizione del vincolo sportivo. Subito prima di Capodanno, infatti, il nuovo Governo Meloni all'interno del “Milleproroghe” ha rivolto un passaggio anche a questa riforma che, citando Bruno Da Re, “porterà ad un cambiamento radicale del modo di fare pallavolo, si chiude un libro e se ne apre un altro tutto da scrivere”.

 

In pratica l'attuazione dell'abolizione del vincolo sportivo, che porterà ogni estate ogni atleta di qualunque età decidere liberamente in quale squadra andare a giocare senza poter essere ritesserato da nessuna società senza il suo consenso, viene suddiviso in due.

 

I nuovi tesserati, ovvero chi sarà tesserato per la prima volta dopo il 1 luglio 2023 sarà già in regime di assenza del vincolo fin da questo tesseramento. Ovvero giocheranno la stagione 2023/2024 dove si vincoleranno, ma già nell'estate 2024 saranno liberi di accasarsi altrove senza dover chiedere prestiti o cessioni. E così sarà poi ogni stagione che giocheranno, potendo venire rivincolati solamente per al massimo dodici mesi. 

 

Chi invece alla data del 1 luglio 2023 era già vincolato ad una società lo resterà ancora per altri sei mesi. Questo perché il Governo ha spostato al 31/12/2023 la data di cessazione per il vincolo esistente. Ovviamente essendo a Capodanno prossimo ancora in piena attività la stagione 2023/2024, gli atleti e le atlete potranno decidere liberamente dove accasarsi dall'estate del 2024 in poi.

 

Allo studio vi sono le ormai famose “tabelle”, ovvero dei premi di valorizzazione dell'atleta per le società nelle quali l'atleta ha militato nel settore giovanile. Premi di valorizzazione che società e Fipav vorrebbero fossero duraturi nel tempo, ovvero da versare ogni stagione, più realisticamente si avranno da pagare al primo oppure al primo o secondo trasferimento. Premi che, ad esempio, possano essere versati direttamente dalla società che acquisisce l'atleta su un fondo unico della Fipav nazionale che potrebbe girarli alle società sotto forma di scontistiche sui costi fissi come affiliazione, tesseramento, vincoli degli allenatori e tutte le altre spese federali che ogni anno una società deve sobbarcarsi. Un po', insomma, come fanno nel basket.

 

L'altra richiesta sul piatto che la Fipav vorrebbe inserire nella riforma riguarda lo spazio temporale nel quale un giocatore o giocatrice debba comunicare la propria intenzione di cambiare squadra. Ovvero a Roma si vorrebbe mettere una data limite (31 maggio? 15 giugno? 1 luglio?) entro la quale ogni atleta dovrà comunicare la propria intenzione o meno di recedere dal tesseramento per la stagione seguente. Questo per permettere ovviamente alle società di programmare l'attività sapendo il prima possibile su quante ragazze o ragazzi si possa effettivamente contare per fare le squadre nella stagione successiva, senza dover attendere delle risposte positive o negative fino al 31 agosto.

 

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