Regionali

Stasera gli "stati generali" della pallavolo regionale maschile in assemblea: sul tavolo il futuro dei campionati

04.06.2019 01:41

 

di Nicola Baldo

 

Una serata dedicata alla pallavolo maschile. Alla discussione fra la Fipav del Trentino e le società maschili del Trentino. Sul tavolo il futuro dei campionati regionali maschili. Questa sera, martedì 4 giugno alle 20.30 nella sede della Fipav del Trentino in via della Malpensada, si parlerà del futuro dei campionati regionali maschili. E non solo, anche dei giovanili maschili, del tesseramento maschile, di reclutamento, rapporto con la scuola e delle attività di Cqr e beach volley. Un incontro quello di questa sera, aperto anche alle società dell'Alto Adige.

 

La situazione non è facile, perché ormai da diversi anni i numeri sono quelli che sono. Mentre nel corso dell'ultimo decennio il numero delle squadre giovanili sono rimasti pressoché stabili, il numero delle squadre regionali nei campionati di serie C e D come è andato? 

 

Ma è davvero un problema di numeri?

 

Facciamo un esempio pratico, nella stagione appena terminata abbiamo avuto una serie C maschile ad 8 squadre, una D maschile ad 11 ed una Prima divisione a 12 squadre. Totale 31 squadre. Prendendo in esame la stagione 2008/2009, dieci anni esatti fa, avevamo una serie C a 10 squadre, una D a nove squadre ed una Prima divisione a 10 squadre. Totale 29 squadre, poco meno di oggi. E cinque anni fa, anziché dieci? Nella stagione 2013/2014 avevamo una serie C maschile a 8 squadre, una D maschile ad 11 sestetti ed una Prima divisione maschile a 14 squadre. Totale: 33 squadre.

 

Complessivamente questo crollo matematico nel numero di squadre non c'è stato. Si è sempre viaggiato intorno alla trentina di squadre fra C, D e Prima divisione almeno nell'ultimo decennio. Quello che è cambiato però è la distribuzione di queste squadre. Il numero complessivo di squadre non scende, ma cala quello delle società disposte a fare la serie C. Chi ha qualche anno in più si ricorda fra anni Novanta e primi Duemila una serie C perennemente a 12 squadre con società a caccia anche di titoli sportivi per disputarla. Poi in questi ultimi anni il lento calo. Un “trend” costante, come vediamo nello schema riassuntivo qui sotto.

 

Stagione sportiva – squadre iscritte alla serie C

 

2008/2009 10 squadre

2009/2010 11 squadre

2010/2011 11 squadre

2011/2012 12 squadre

2012/2013 10 squadre

2013/2014 8 squadre

2014/2015 10 squadre

2015/2016 8 squadre

2016/2017 9 squadre

2017/2018 9 squadre

2018/2019 8 squadre

 

Forse più che una crisi di numeri a livello generale è una crisi di “qualità”. O, per spiegarci meglio, non ci sono più né così tanti giocatori né società che vogliano impegnarsi in una serie C. A fronte di una serie D o di una Prima divisione più abbordabile come livello medio, con meno vincoli (obbligo di giocare il sabato o di un allenatore con il grado per fare un esempio...), con meno costi, meno paletti e più facilità ad organizzare l'attività. Dopotutto sono molto pochi i giocatori che, come una volta era prassi normale, accettano i tre allenamenti più partita il sabato sera. In diversi se hanno la possibilità di fare due allenamenti e, meglio ancora, giocare il venerdì avendo così il fine settimana libero, sono più contenti. E più facilmente attirati dal continuare l'attività.

 

È, quindi, forse più una crisi di livello dei giocatori e societaria?

 

Certo ora non ci sono più alcune società che in quest'ultimo decennio, senza tornare ai tempi del Cus Trento, hanno fatto attività maschile. Dal Fraveggio al Mondo Sport's Bolzano, dal Futura Volley (assorbita dall'Argentario) al Volleyball Trento, dall'Ausugum Borgo all'Olimpia Volley passando per il Merano ed il Levico. Certo, qualche società è nata, ma nel complesso il saldo società nate/società sparite, è negativo. E pur con tutti i difetti del mondo, una società che si impegna nell'attività dà la possibilità a ragazzi e ragazze di fare sport e di cimentarsi in un campionato. Non facile, tra l'altro, come la C. Meno società, meno occasioni per trovare spazio.

 

O forse si paga il fatto che nelle annate fra il 1998 ed il 2000 in Trentino ci siano stati pochissimi tesseramenti, quindi oggi i ventenni in campo non sono tantissimi e bisogna aspettare che crescano i classe 2001, 2002, 2003... dove i tesseramenti maschili sono andati un po' meglio?

 

Al dibattito di questa sera l'ardua sentenza. Certo ora che dalla prossima stagione la serie C non avrà più la promozione diretta in serie B, il volley maschile di casa nostra dovrà trovare un suo nuovo assetto.

 

Fondere C e D in una sola categoria? No, non sembra l'idea che piace di più. Anzi, la volontà pare essere quella di tenere i due campionati separati. Ma con solo 8-9 squadre iscritte, come si può dar vita ad una stagione abbastanza lunga? Allungando la Coppa Trentino da ottobre a Natale? Potendo così nei due gironi mescolare liberamente le squadre di C e D. Partendo poi con i campionati regionali di C e D dopo la final four del 6 gennaio? È un'idea sul piatto, una di quelle al centro della discussione questa sera.

 

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