IL BLOG. "La schiacciata ignorante": si sta come d'estate, alla vigilia di un temporale che può diventare tsunami...
di Nicola Baldo
Avete presente quando, d'estate, si sente e si vede chiaramente l'arrivo di un temporale? Quando si sta passeggiando, in città o in montagna che sia, e si vedono nubi nere in arrivo, lampi e tuoni laggiù a destra e nell'aria si respira quella pungente brezza? Ed, a quel punto, si deve decidere cosa fare. Correre via tornando a casa, trovare un riparo ed aspettare che passi presto oppure andare avanti per la propria strada incuranti della pioggia battente.
Ebbene, spererei davvero di sbagliarmi, ma temo siamo tutti alla vigilia di un grosso temporale. Con la speranza che sia solamente un temporale estivo, di quelli anche forti e rumorosi, ma che durano poco, lasciando presto spazio al sereno. Peggio sarebbe fosse un temporale lungo, di quelli che non smette mai, diminuendo o aumentando la propria intensità, ma prolungandosi nel tempo facendo così ancora più danni.
UNA DOVEROSA PREMESSA
Ancora, chiaramente, è prestissimo per fare previsioni esatte al 100%. Anche perché non c'è, ad oggi, nemmeno la certezza che la stagione sportiva così come la conosciamo possa iniziare a settembre. Anzi... O se si ripartirà dovendo sanificare palestra, palloni e spogliatoi dopo ogni turno di allenamento, allenarsi e giocare con le mascherine o restando a distanza di sicurezza, cosa quest'ultima alquanto difficile nel volley dove si mura e si riceve fianco a fianco. E le palestre? Saranno disponibili? Comprese quelle scolastiche? Soprattutto se le scuole non dovessero riaprire già a settembre...
Ed ancora di più è chiara e lampante una premessa, se questo temporale alla fine non arriverà, o almeno arriverà solamente una piccola pioggerella, sarei felicissimo di essermi sbagliato.
Ma, ad oggi, mi sembra che tante persone nel mondo del volley e dello sport in generale ancora non si siano rese conto dell'entità del possibile temporale in arrivo. Del fatto che potremmo davvero trovarci davanti ad una situazione mai vissuta prima e che ragionare e lavorare secondo gli schemi degli anni scorsi potrebbe non bastare più ed essere inutile.
UN TEMPORALE CHE RISCHIA DI BAGNARE TUTTO E TUTTI
Perché, ad oggi, appare inevitabile una crisi economica in arrivo. Con tutto ciò che ne consegue. Pure per le società sportive e per le famiglie. Che non vuol dire solamente meno possibilità per i rimborsi di allenatori e staff o per tutti i pagamenti inevitabili, ma anche per tutto ciò che ci sta intorno. Materiale nuovo, ulteriori spazi palestre o mantenere quegli attuali, taglio a quelle iniziative carine e di gruppo ma “sacrificabili” in questa situazione come tornei, ritiri, trasferte, cene di squadra....
Arrivando poi alle rinunce più direttamente sportive: mancata iscrizione ad un doppio campionato o direttamente al campionato principale di un gruppo. Che sia giovanile, provinciale o regionale o nazionale in caso di serie B. Oppure si opterà, nel giovanile, per tornei meno onerosi rispetto a quelli Fipav.
Un temporale, insomma, che potrebbe rivelarsi come uno tsunami. In grado di colpire e travolgere tanti a tantissimi livelli.
UNO SGUARDO IN GIRO...
Cosa succede in giro per l'Italia? Cosa fanno altre realtà nello Stivale? Facciamo alcuni esempi? Beh, a Trieste le locali Figc, Fipav e Fip – le federazioni regionali di calcio, volley e basket – stanno già facendo degli incontri con la Regione per trovare delle sinergie importanti per far ripartire al più presto lo sport di base. Con un progetto che esclude le realtà friulane più grandi e strutturate, ad esempio l'Udinese Calcio o la squadra di basket che milita in A2, che parte dalla creazione di un fondo regionale a sostegno delle piccole realtà dei tre principali sport di squadra. Che raccolgono, fra tutte e tre, circa 40 mila tesserati del Friuli Venezia Giulia.
La Federbasket nazionale ha deciso di azzerare i costi (affiliazione, iscrizione ai campionati, tesseramenti per atleti fra i 5 ed i 20 anni eccetera...) per cercare di agevolare le società di pallacanestro di tutto lo Stivale.
Da più parti poi si propone al Governo la totale e completa defiscalizzazione delle sponsorizzazioni. E non solamente in parte com'è oggi. Ovvero, permettere a chi investe nello sport di poter scalare tutti questi investimenti dalle tasse, fino all'ultimo euro. Ingolosendo così un po' di più aziende ed attività commerciali nell'investire nello sport anche nel bel mezzo dello tsunami.
COSA SI POTREBBE FARE?
Chiaro, le idee per evitare di subire uno tsunami ma per cercare di ridurlo almeno a temporale estivo sono diverse. In tanti partono aspettandosi, da un lato, un abbattimento netto dei costi fissi da parte della Fipav, come iscrizioni, affiliazione, tesseramenti e, soprattutto, tasse gare. E, dall'altra parte, confidando in qualche contributo pubblico, che sia governativo, provinciale o comunale. Con, questi ultimi, ai quali si chiede soprattutto un intervento – al ribasso ovviamente – delle tariffe per l'utilizzo delle palestre.
Posso essere brutalmente onesto? Non mi aspetto dalla Fipav un abbattimento totale come fatto dal basket. Felice di sbagliarmi in caso, qualche “sconticino” arriverà ma immagino non di profonda entità. Così come soprattutto non mi aspetto enormi cose dalle amministrazioni pubbliche, anche perché ci saranno una lunga lista di categorie economiche, con posti di lavoro in ballo, che avranno un bisogno anche maggiore di sostegno pubblico. E che, inevitabilmente e giustamente, verranno prima nella lista delle categorie bisognose di un legittimo sostegno.
MA NON SOLO
Ma di non sole preghiere all'ente pubblico si può vivere. Le società in primis dovranno studiare nuove formule, anche innovative, visto che ci troveremo davanti ad una situazione mai verificata prima. Cosa? Andiamo sul concreto, fare un passo in avanti noi società in primis. Mantenere lo spirito sportivo di sempre, lo stesso aspetto sociale, continuare il proprio importante lavoro sul territorio, ma compiere un passo in avanti nella struttura, nella solidità e nell'organizzazione societaria. Le società da “quattro amici al bar”, detto ovviamente sempre con il massimo rispetto di tutti, sono quelle che rischieranno di più in questo contesto di tempesta che ci aspetta.
Chiaro che, in primis, il non fare il passo più lungo della gamba diventerà un'esigenza ancora maggiore che in passato. E poi ora più che mai il diventare strumenti di promozione davvero per gli sponsor, lavorando sulla promozione dei propri partner o potenziali partner attraverso social, lotterie e fra le famiglie dei propri ragazzi e ragazze. Focalizzando il proprio “core business” come dicono quelli che hanno studiato, ovvero decidere che genere di società si vuole essere e su cosa puntare. Scelta, legittima, di ogni club: puntare all'eccellenza nel giovanile? Fare solo prime squadre? Provare a fare tutto per il meglio? Fare solo maschile e mollare il femminile? O viceversa? Puntare a prime squadre e stop?
Tutte scelte ampiamente legittime, che dipendono dalle varie situazioni e dai singoli territori, che permetteranno di concentrare risorse, potenzialità, finanze su quello che è l'obiettivo numero uno della società. Collaborando, magari, con altre realtà che hanno finalità differenti, così da essere complementari. Ma senza “gravare” direttamente sui propri bilanci.
SE POI...
Se poi da soli, per questioni di numeri, persone, tempo, attitudini, tutte motivazioni validissime per carità, non si riuscisse a trovare la strada per resistere a questo tsunami in arrivo, non c'è niente di male nel resistere insieme. Anzi. Nel trovare sinergie e collaborazioni – rileggere bene please, sinergie e collaborazioni non comprendono ovviamente la sparizione di società o assorbimenti – con i propri vicini di casa o con quelle società che lavorano sul medesimo territorio. O, come abbiamo scritto poche righe or sono, con realtà con cui si è complementari. Per cercare di riuscire più facilmente in quella cosa non facile che sarà resistere allo tsunami, senza lasciarsi travolgere. Per riuscire a fare tutto ed anche più di ora, ma riuscendo a fare sinergia, a limitare costi e spese, mettendo in comune potenzialità e possibilità, spazi palestre ed attività. Diventando più grandi, più solidi ed in grado di resistere agli tsunami. Così da evitare di esserne travolti.
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