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Luca Zeni porta in Provincia il caso del sostegno alle società sportive: "Quali strumenti sono in programma?"

 

 

L’emergenza dovuta all’epidemia in corso, oltre ad un forte impatto sanitario, comporterà importanti conseguenze sul piano sociale ed economico.

Un settore importante per il Trentino, con ricadute molto importanti in termini di PIL, di salute, di impatto sociale, di immagine, è quello sportivo. Un settore che rischia di subire danni irreversibili sia a livello professionistico che dilettantistico e amatoriale.

Alcune società professionistiche (in particolare basket e pallavolo) hanno manifestato preoccupazione, e si profila la necessità di un sostegno pubblico per evitare danni economici difficilmente sostenibili.

Accanto alle società di vertice esistono centinaia di società sportive che si basano sul volontariato, e che coinvolgono migliaia di persone, soprattutto giovani, in tutta la provincia di Trento, consentendo così la pratica di attività con ricadute positive sulla crescita psicofisica dei ragazzi.

La situazione di sospensione di ogni attività sportiva sta mettendo a dura prova la tenuta dei bilanci di queste piccole società, che hanno dovuto interrompere corsi e attività in essere. Alcune di queste società chiedono interventi per poter passare indenni la fase di sospensione totale dell’attività, in particolare con un sostegno economico immediato, come per altre attività economiche.

Accanto alla situazione organizzativa e amministrativa, c’è poi il tema dell’attività fisica di migliaia di persone, soprattutto giovani, di fatto interrotta dal lockdown.

Dopo diverse settimane di stop, dalle informazioni rispetto ai contagi emerge che la maggior parte di questi avvengono in famiglia, spesso dopo contatti con chi è stato in strutture ospedaliere o residenziali per anziani, ed in altri casi per contatti con altre persone (lavoro, negozi..), mentre non appare come rilevante il contagio da attività fisica individuale. Anche per questo alcune federazioni, come la Fidal, hanno avanzato delle proposte per consentire ai propri atleti di svolgere allenamenti individuali, con modalità controllate (orario ridotto, soltanto al mattino presto e alla sera, distanze ampie o allenamenti solo individuali..), per evitare le conseguenze negative di uno stop troppo prolungato sugli atleti, soprattutto di vertice.

Tutte le considerazioni svolte consentono di affermare che nella “fase due”, quella che prevede graduali aperture per alcune attività economiche, a condizioni rigorose per garantire sicurezza, si possa incominciare a pensare a regolamentare una ripresa dell’attività di alcune discipline che si svolgono all’aperto e in maniera individuale.

Tutto ciò premesso si interroga la giunta provinciale per sapere:

- se si condivida che lo sport rappresenta un settore molto importante dal punto di vista sociale, di salute, economico, turistico e di immagine per il Trentino;

- se e con quali modalità intenda sostenere le società sportive professionistiche trentine;

- se e con quali modalità intenda sostenere le società sportive dilettantistiche e amatoriali trentine, in particolare per permettere di passare questa fase di sospensione totale dell’attività;

- quale sia in Trentino la percentuale di contagi stimata dovuta ad attività individuali all’aria aperta;

- se si ritenga opportuno programmare una parziale apertura, a condizioni determinate come limitazioni di orario e distanze ampie, per l’attività sportiva individuale all’aperto, in prima battuta per atleti professionisti, e poi per gli altri atleti tesserati in federazioni sportive affiliate al Coni.

Distinti saluti

 

 

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