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Gare a porte aperte al 25%? Sì, no, forse... un modo c'è, ma non è semplice da mettere in pratica

25.05.2021 01:51

 

di Nicola Baldo

 

Giocare con il pubblico si può, non si può, ma sì che si può... Dopo l'ordinanza di Fugatti di venerdì che ha riaperto, per il 25%, la capienza degli impianti sportivi al chiuso, la Fipav ha fatto retromarcia preferendo nel weekend scorso mantenere la porte chiuse. Decisione anche saggia visto che non si tratta di un "apriamo tutto", bensì di una cosa non facile da organizzare in poche ore per una società sportiva. 

 

Eppure in sé la possibilità di giocare con il pubblico c'è, visto che un'ordinanza governativa è superiore rispetto ad un protocollo di una Federazione. Ma non è affatto facile giocare con il pubblico, visto che in primis bisogna misurare la temperatura ad ogni spettatore all'ingresso e ad ognuno di loro deve essere fatto compilare l'allegato 1 Bis della Fipav. Così da raccogliere i dati di ogni spettatore, raccogliendoli e conservandoli.

 

L'addendum 2 della Fipav in caso di “Gare in presenza di spettatori” prevede l'autorizzazione all'ingresso solamente con allegato 1 bis e con l'obbligo da parte della società di evitare qualsiasi contatto tra gli spettatori ed i partecipanti alla gara. In pratica, oltre a tenere le persone distanti almeno un metro fra loro, bisogna poi nel corso della gara mantenere gli spettatori a distanza. Servono, insomma, persone e volontari per riuscire a fare tutto come previsto dalla norma.

 

Ma cosa succederebbe se una società giocasse con le porte aperte al 25% (ovviamente più le varie figure previste dalla Fipav nel suo Protocollo) e l'arbitro federale scrivesse sul rapporto di gara un numero eccessivo di persone? Eccessivo secondo la Fipav, non secondo le direttive del Governo locale, ovvero la Provincia. Facile che a quel punto si andrebbe di multe e ricorsi. 

 

A breve, nel giro di pochi giorni, dovrebbe uscire una direttiva del Coni che cerca di uniformare il discorso del pubblico oggi molto diverso da regione a regione.

 

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