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Addio al vincolo sportivo, il Governo Draghi liberalizza tutto: dal 31 luglio 2023 atleti liberi di scegliere

 

Premessa: prima di dare giudizi definitivi bisognerà leggere il testo definitivo del Governo. Ma “la notizia” c'è tutta: è morto il vincolo sportivo. Tanto amato da buona parte delle società, tanto odiato da diversi atleti (e famiglie) ma dannatamente utile alle piccole società per evitare di essere “cannibalizzate” da quelle più grandi, ora non c'è più.

 

O, meglio, non ci sarà più dal 31 luglio 2023. Questo per decisione del Governo, con l'esecutivo Draghi che due giorni or sono ha fatto quest'ultimo colpo di coda: la riforma dello sport diventerà operativa già dalla stagione 2023/2024.

 

Una riforma dello sport che porta con sé maggiori tutele per i professionisti dello sport, come i contributi pagati per chi – tecnici ed atleti – prendano un rimborso superiore ai 5 mila euro a stagione. In pratica fino a 5 mila euro sono esentasse, a coloro che invece vengono ricompensati per la loro attività con importi fra i 5 mila e i 15 mila euro all’anno, non si applicano le ritenute fiscali ma quelle previdenziali sì. Oltre i 15 mila euro invece si applicano entrambe.

 

Ma veniamo al capitolo vincolo sportivo. Dentro questo provvedimento – colpo di coda – del Governo Draghi c'è anche appunto l'abolizione del vincolo sportivo dal 31 luglio del prossimo anno. Questo vuol dire, al netto di cambiamenti introdotti nei prossimi mesi dal Governo Meloni, che nella prossima stagione sportiva tutti gli atleti ed atlete maggiorenni e minorenni di ogni sport potranno scegliere liberamente in quale squadra militare. Cambiando anche eventualmente società tutti gli anni.

 

Un po', per fare un paragone, come se ogni anno si decidesse di iscriversi in una palestra diversa dove fare zumba, pesistica, fitness o attività fisica.

 

Subito dopo questo provvedimento del Governo Draghi si è alzata la levata di scudi di alcune Federazioni, in primis Figc e Fip i cui presidenti nazionali, Gravina e Petrucci (dalla Fipav ad oggi non si registrano reazioni), hanno subito invocato più tempo per arrivare all'abolizione del vincolo. Che sarebbe un vero tsunami su tutto lo sport come lo conosciamo oggi.

 

Una situazione questa che inevitabilmente terrà banco nei salotti della politica sportiva nei prossimi mesi, per vedere se ci saranno o meno variazioni. Ed anche delle Federazioni, che dovrebbero essere chiamate a sistemare a livello regolamentare almeno delle tabelle con i cosiddetti “premi di valorizzazione” ovvero quanto si riconoscerebbe alla società di origine di un'atleta una volta che cambia società dopo aver terminato il percorso giovanile.

 

Proprio il Governo Draghi nel 2021 aveva posticipato al 2024 l'attuazione della riforma dello sport tanto voluta dall'ex ministro, il 5 Stelle Vincenzo Spadafora, prima e da Valentina Vezzali (sottosegretaria allo sport uscente) poi.

 

La Fipav nei mesi scorsi aveva già recepito questo cambiamento, anche se ragionando su un lasso di tempo più ampio. Tutti i tesserati, infatti, dalla fine di ottobre 2021 in poi il vincolo durerà fino ai 18 anni e poi potranno scegliere se legarsi ancora alla medesima società oppure cambiare.  

 

 

 

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